Salvatore Infantino intervista Francesco Marotta – L’evoluzione del Ramo Tutela Legale oggi in Italia

Last Updated: 9 Agosto 2024By

È uscito in questi giorni il report dell’Istat sulla giustizia civile che, con riferimento temporale al 2023, mette in evidenza che nel corso della vita quasi 6 milioni di italiani sono stati coinvolti in una causa presso gli uffici giudiziari civili (praticamente 1 italiano su 6 – il 13,3% degli uomini e il 10,7% delle donne).

Alla base dei contenziosi soprattutto questioni legate alla famiglia, principalmente per separazioni e divorzi, e di cause per lavoro.

A seguire, in ordine decrescente, si registrano le cause legate a “incidenti stradali e codice della strada”, che hanno coinvolto 776mila cittadini (pari all’1,6% della popolazione); i contenziosi legati a “debiti, problemi finanziari e societari” che hanno coinvolto 598mila cittadini (l’1,2% della popolazione); 380mila cittadini con più di 18 anni dichiarano poi di aver avuto un “contenzioso legato al vicinato e al condominio” (lo 0,8% della popolazione adulta).

 

A livello territoriale i contenziosi in ambito civile sono più frequenti nel Centro (13,2%), nel Nord-est (13,1%) e nel Nord-ovest (12,9%), rispetto al Sud (9,9%) e alle Isole (9,7%).

Tra le regioni emergono la Liguria e l’Emilia Romagna (entrambe con valori pari al 14,2%), seguite da Lazio (13,8%) e Abruzzo (12,4%). Valori minimi si riscontrano in Sicilia (9,1%) e in Basilicata (6,7%).

Le persone che sono state coinvolte in cause civili sono in percentuali maggiori nei grandi comuni “centro dell’area metropolitana” (15,9%) rispetto ai piccoli centri fino a 2 mila abitanti (11,3%) e a quelli fino a 10 mila abitanti (10,6%).

Il numero di cause civili in questi anni è aumentato. Tale risultato – in larga misura atteso e che ha in generale interessato tutti i tipi di cause – è stato determinato dalla possibilità garantita tecnicamente dal processo civile telematico (PCT), attivo dal 2014. Il Decreto legge numero 11 dell’8 marzo 2020, affrontando tempestivamente l’emergenza della pandemia, ha esteso l’utilizzo dello strumento telematico anche alle costituzioni in giudizio che erano state in origine escluse. Il decreto ha così permesso l’avvio delle cause tramite gli strumenti informatici.

L’indagine dell’ISTAT evidenzia che i cittadini coinvolti in una causa civile manifestano una mancanza di consapevolezza, al momento dell’avvio della causa, dei costi economici del processo: solo il 28% di coloro che sono stati coinvolti in una causa ne è a conoscenza.

Il processo civile può durare a lungo per molteplici ragioni: litigiosità, insufficiente dotazione di risorse e personale negli uffici giudiziari, difficoltà organizzative, complessità dei processi e delle loro diverse fasi, possibile procrastinazione strategica messa in atto dai legali rappresentanti le parti.

Quanto detto giustifica il fatto che solo il 28% degli intervistati dichiara che la controversia si è conclusa nello stesso anno dell’avvio.

Il 49,7% delle cause si sono concluse entro due anni; il 33,4% tra i due e i cinque anni successivi all’anno di inizio e il 16,9% delle cause per concludersi ha avuto bisogno di un periodo superiore a cinque anni.

Queste proporzioni sono diverse confrontando le ripartizioni territoriali: il Nord-ovest ha la quota più elevata di cause concluse entro due anni (56,2%) rispetto al Sud o alle Isole per le quali tale proporzione è minore: (rispettivamente 44,4% e 46,3%; media italiana 49,7%).

Le cause che si concludono più frequentemente entro due anni dall’avvio sono quelle relative a interdizioni/inabilitazioni (68,8% di tali cause), separazioni e divorzi (52,8%), incidenti stradali/contravvenzioni al Codice della strada (48,0%) e rilascio di un immobile e fermo amministrativo di bene mobile (47,3%). Le cause che invece sono risultate durare più a lungo sono quelle relative a eredità e successioni (il 30,5% dura più di sei anni), diritti della persona (18,2%) proprietà su beni mobili e immobili (25,5%). Risultano essere in corso, in misura maggiore, cause relative a rapporti con la Pubblica Amministrazione (39,0%), tributi/cartelle esattoriali (34,6%), previdenza e assistenza (33,5%), tutti procedimenti che sono stati influenzati nel loro iter dalla pandemia Covid.

Aumento delle cause civili dopo il Covid, consapevolezza di cause civili lunghe e costi imprevisti hanno aumentato la sensibilità degli italiani al rischio legale, almeno a giudicare dalla crescita del ramo tutela legale anche in Italia.

Per questo motivo abbiamo voluto intervistare un esperto di questo settore, Francesco Marotta Responsabile Canale Broker di Tutela Legale S.p.A., per capire come si è mosso il mercato assicurativo su questo fronte nel corso di questi anni. Con lui abbiamo fatto il punto della situazione oggi in Italia.

 

Domanda. Parliamo da anni della tutela legale in Italia: mercato ricco, ma in ritardo rispetto all’Europa. Come evolve oggi e qual è il suo futuro?

Risposta. In Italia il mercato della tutela legale presenta ancora dimensioni contenute; infatti, contribuisce solo per l’1,4% alla raccolta globale del ramo danni (in Francia pesa il 3,5% e nei paesi germanofoni sta attorno al 6%).  La buona notizia è che registra però una crescita costante e progressiva – circa l’8% negli ultimi 5 anni.

Nonostante il ritardo rispetto ai principali mercati europei, in Italia rileviamo una crescente consapevolezza dell’importanza della tutela legale tra i privati e le imprese. Questo porta l’intermediario a proporre con più costanza la copertura di tutela legale. Con l’aumento della complessità legale e normativa, ci aspettiamo che il settore continui a crescere, offrendo opportunità sia per le compagnie assicurative che per i clienti.

 

Domanda. Quali sono i target di clienti che ritenete più sensibili ai rischi legali?

Risposta. Sono senza dubbio le imprese e gli individui che operano in settori ad alto rischio legale, come professionisti o amministratori di società. Inoltre, coloro che gestiscono attività commerciali complesse o sono esposti a controversie frequenti possono essere particolarmente interessati alla tutela legale.

Dobbiamo, però, ricordare ed evidenziare che il rischio legale può riguardare ciascun cittadino, nessuno escluso, nello svolgimento quotidiano della sua vita privata o lavorativa.

 

Domanda. Quali sono le richieste che arrivano dai broker?

Risposta. I broker si caratterizzano per il servizio personalizzato che sono in grado di offrire a ciascun cliente.

Necessitano, quindi, di compagnie assicurative capaci di offrire prodotti e servizi flessibili, soluzioni preparate su misura per le esigenze specifiche dei loro clienti, di supporto nella gestione delle polizze e una partnership solida basata sulla fiducia e sulla collaborazione.

Risposta. È la direzione intrapresa da Tutela Legale Spa, su cui stiamo continuando a lavorare, per organizzare un servizio che, in tutti i suoi aspetti, contempli, al meglio, le peculiarità richieste dai broker.

 

Domanda. Puoi fornirci qualche dettaglio sul nuovo piano di sviluppo e perché punterete molto sui broker?

Risposta. Gli obiettivi del piano industriale sono molteplici e ambiziosi: anzitutto la crescita, più veloce e più consistente. Ciò significa investimenti straordinari destinati alla rete intermediaria. Vogliamo consolidare e sviluppare ulteriormente la rete esistente e potenziare il network distributivo, con una particolare attenzione ai territori attualmente meno coperti. Parallelamente è già in corso il rafforzamento della struttura aziendale, in tutte le sue componenti organizzative, con l’inserimento di professionalità qualificate.

In questo programma il ruolo dei Broker è strategico. Il nostro piano industriale prevede investimenti e risorse specifiche per accrescere e valorizzare la nostra relazione con questo canale, riconoscendone l’importanza imprescindibile per lo sviluppo del nostro settore.

 

Domanda. Andando più nel dettaglio quali sono i prodotti e servizi che offrite ai vostri clienti?

Risposta. Siamo una società specialistica nel ramo della tutela legale e delle perdite pecuniarie. Essere specialisti in un settore così tecnico e complesso è un fattore cruciale e rappresenta un valore aggiunto indiscutibile della nostra offerta; siamo totalmente dedicati alla materia, con team che si mantengono costantemente aggiornati sulle evoluzioni legislative e le esigenze del mercato.

A questa caratteristica ne dobbiamo aggiungere un’altra fondamentale: la nostra indipendenza. Non avendo vincoli con altri gruppi, possiamo esercitare compiutamente la garanzia di una tutela reale dei diritti dell’assicurato, senza compromessi dovuti ad alleanze o apparentamenti commerciali.

 

Domanda. Quali strategie commerciali adotta la vostra compagnia per distinguersi sul mercato e quali sono i punti di forza valorizzati nei confronti dei broker e dei clienti finali?

Risposta. Uno degli elementi distintivi che caratterizzano la nostra compagnia riguarda l’offerta di soluzioni “tailor made”, particolarmente significativa per le esigenze del canale Broker. A ciò si aggiunge, sempre in ottica broker, una forte capacità di integrazione informatica con le varie piattaforme gestionali e un livello di assistenza riconosciuta come eccellente dai nostri intermediari.

Quanto ai clienti finali, non è semplice entrare sinteticamente nel merito delle garanzie ma, tra le tante, ne evidenzierei una che ci caratterizza nel mercato: la possibilità di scegliere liberamente il proprio legale sin dalla fase stragiudiziale che, unitamente alla nostra indipendenza, fornisce al cliente la massima garanzia di tutela dei suoi diritti.

 

Domanda. Come avviene l’attività di reclutamento dei nuovi intermediari?

Risposta. Il canale dei broker è cresciuto molto negli ultimi due anni grazie anche al lavoro svolto con grande professionalità da chi mi ha preceduto. Ad oggi abbiamo relazioni con oltre 100 intermediari che comprendono società di diverse dimensioni, fino alle principali realtà internazionali, ma intendiamo estendere il nostro campo distributivo ed acquisire nuove collaborazioni.

L’attività di reclutamento dei nuovi intermediari avviene attraverso un processo mirato di selezione e formazione, con l’obiettivo di creare partnership solide e durature, capaci di generare valore.

Insomma, Tutela Legale vuole esserci da protagonista ed è determinata a crescere e consolidarsi all’interno del canale, con l’impegno di garantire gli standard qualitativi che hanno sempre contraddistinto la nostra Compagnia.

 

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